L’opera. Milano
Eteri Lamoris e stata la carta vincente di Lucia di Lammermoor all’Opernhaus
«’ll motivo del enorme successo di Lucia risiede nella fascinazione che suscita la difficile parte dell’eroina del titolo e, soprattutto, la «scena della pazzia». L’opera ha la sua principale ragion d’essere nella figura di Lucia. E quest’ultima era all’opera nelle migliori mani! Eteri Lamoris, che aveva gia affascinato il pubblico dell’opera di Graz quale Violetta e Nedda, e stata l’evento di questa rappresenta- zione. Anche questa volta ha saputo conquistare gli ascoltatori con la sua voce pulita, duttile e di timbro chia- ro e i suoi vocalizzi perfetti, soprattutto nella scena della follia, che rappresenta veramente una vetta del belcanto, strappando numerosissimi applausi. Con la sua voce ar- gentea e la facilita negli acuti, ella ha superato i difficili ostacoli virtuosistici della sua parte. Anche da un punto di vista scenico era un incanto per gli occhi e da quello della recitazione teatrale era pienamente convincente.
Dopo i primi attacchi un po’ incerti, il direttore Dan Ratin ha migliorato la sua prova, riuscendo ad animare delicatamente l’orchestra, nella migliore tradizione del belcanto, dopodiche ha anche saputo ricavare le sonorita piu corpose (e, purtroppo, all’inizio alcuni cantanti sono stati coperti), in modo da oftrire una buona prestazione.
Questa volta la regista tedesca Sabine Loew, allieva di Ruth Berghaus, ha dovuto basarsi sulle scenografie e i costumi gia utilizzati di Pierluigi Samaritani (un pre- stito del Teatro La Fenice di Venezia) gia vecchi di 25 anni. Le grandi scale e i costumi sortivano tuttavia un
buon effetto insieme alle proiezioni escogitate dalla Loew, all’inizio un po’velate, ma nel corso della serata gradualmente scoperte e messe in luce.
La staticita marionettistica del coro, infine, che ha cantato ottimamente (sotto la guida di Matthias Kohler e Dan Ratiu), i passi al rallentatore e alcuni protagonisti che dovevano presentarsi camminando all’indietro, cost come l’apparire di numerose figure velate (chiaramente le anime degli antenati morti della stirpe), non sono piaciuti del tutto e hanno suscitato nel pubblico una palese disapprovazione. Anche l’estrema oscurita dell’ambientazione sul palcoscenico non e sembrata molto originale. Nella «scena della pazzia», sulla quale ha evidentemente lavorato molto, la regista e riuscita tuttavia a creare dei momenti piu appropriati nella direzione tea¬trale dei cantanti e, in particolare, della protagonista. Eteri Lamoris, prediletta dal pubblico, e stata ! salutata con ovazioni e gli altri protagonisti, il direttore
e l’orchestra, hanno ricevuto applausi e n tu si asticL —
H.C.M.
L’ OPERA 65